La Fontana di Trevi a Roma

La Fontana di Trevi a Roma

L'incontro di Barocco e Rococò

La Fontana di Trevi a Roma
La Fontana di Trevi a Roma è l’opera che meglio rappresenta la felice convivenza del linguaggio Barocco, la cui invenzione del palazzo-fontana deriva da alcune idee di Pietro da Cortona e Gianlorenzo Bernini e quello del Rococò, qui impresso con l’intervento quasi definitivo del suo artefice, l’architetto Nicola Salvi (1697-1750).

Trevi, da Trivium, ossia incrocio di tre strade, è una fontana imponente la cui genesi è molto antica

Eretta come terminazione dell’acquedotto romano “Aqua Virgo” del Diciannove a.C., fu fatta da Marco Vipsanio Agrippa, esperto architetto, genero e generale favorito dell'Imperatore Ottaviano Augusto. 
L'acquedotto, costruito per rifornire le Terme Pubbliche in Campo Marzio e più tardi la popolazione, dopo quattrocento anni circa venne danneggiato degli Ostrogoti (537 d.C.), quindi abbandonato costringendo i romani ad attingere acqua dai pozzi e dal Tevere. In epoca medievale vennero fatti dei restauri che interessavano altre aree dell’acquedotto lungo circa venti chilometri.

Agli inizi del Rinascimento i Papi cominciarono a decorare le terminazioni degli acquedotti cittadini restaurandoli con maestose fontane

Nel Quattrocento Pio IV incaricò Jacopo Della Porta (1532-1602) della costruzione di una nuova fontana e del restauro dei condotti di “Aqua Virgo” fino alla fonte originaria.
Il progetto fu completato nel 1570 con Pio V. La fontana, all’epoca, si trovava nella piazza dove è situata ancora oggi ma con una diversa disposizione spaziale. 

Fu Papa Urbano VIII e decidere l’attuale orientamento pensato perché l’opera fosse visibile dal Palazzo Papale sul Quirinale. Il progetto venne affidato a Gianlorenzo Bernini, ma non fu mai portato a termine per mancanza di fondi

Nel 1730 Papa Clemente XII indisse un concorso per il nuovo progetto della Fontana. Vi parteciparono molti e importanti architetti, italiani e stranieri i cui disegni vennero esposti nelle sale del Palazzo Papale al Quirinale.
Clemente XII scartava alcuni progetti che tentavano di preservare la facciata di Palazzo Poli; con grande disappunto dei duchi Poli, allora proprietari dell'edificio, la costruzione della Fontana avrebbe diminuito le finestre lasciando spazio, inoltre, al coronamento dallo stemma araldico della famiglia papale Corsini. Clemente XII non volle ascoltare ragioni, affidò la selezione di tre progetti a una commissione di esperti e il bando venne vinto da Salvi.

Salvi concilia influenze barocche, berniniane e cortonesche, al nuovo monumentalismo classicista che caratterizzava tutto il pontificato di Clemente XII 

In primis, l’architetto riprendeva l'idea di fondo del Barocco, narrare tramite l’unione scenografica di architettura e scultura la storia dell'acquedotto.
Il progetto di Salvi venne scelto anche perché più economico. Clemente XII approvò il finanziamento dei lavori con gli scudi raccolti dall’estrazione del gioco del Lotto.
Nel 1735 la Fontana non era ancora completa, ma il Papa, anziano e sofferente, volle comunque inaugurarla quell'anno come riporta l'iscrizione in cima al monumento. 
Clemente XII moriva nel 1740. Il nuovo Papa Benedetto XIV continuava il lavoro del predecessore e tre anni dopo, dalla maestosa fontana faceva sgorgare, con un’altra inaugurazione, la prima goccia d’acqua.

Il tema centrale della Fontana di Trevi è il mare

La scena principale è dominata da una scogliera rocciosa, sopra la quale un cocchio a forma di conchiglia Rocaille è trainato da cavalli alati e tritoni. 
Sulla facciata, un arco trionfale con tre nicchie ospita le statue principali: nella centrale, costruita con quattro grandi colonne per ottenere effetti di luce e profondità, sta in posa “Oceano”. Nelle nicchie laterali, l’”Abbondanza” è intenta a versare acqua da un’urna e la “Salubrità”, porta in mano una coppa alla quale si disseta un serpente. Sopra le statue, alcuni bassorilievi illustrano l’origine romana degli acquedotti
Nel 1751, alla morte di Salvi, succedeva l’architetto e scenografo Giuseppe Pannini (1720-1812), figlio del famoso pittore Giampaolo, nominato nuovo direttore del cantiere.  
Nel 1758 fu eletto Papa Clemente XIII che fece sostituire alcuni rilievi in stucco con il nobile marmo portando a termine la Fontana con gli interventi scultorei
Seguendo i disegni del Salvi, tra il 1759 e il ’62, lo scultore romano Pietro Bracci (1700-1773) scolpiva “Oceano” e il gruppo del “Trionfo di Oceano” retrostante alla vasca; questi marmi, ben distanti dallo spirito del Bernini, appaiono già pittoreschi e di gusto Rococò. Tuttavia, l’effetto scenografico e grandioso fu riuscitissimo.

Dopo trent'anni di cantiere, la sera della domenica del 22 maggio 1762, la Fontana di Trevi fu finalmente restituita alla cittadinanza romana in tutta la sua maestosità: era la sua terza inaugurazione 

APPROFONDIMENTO
Le fontane barocche di Roma

FOTO DI COPERTINA
La Fontana di Trevi, Roma