Gengis Khan, a cavallo nella storia

L'imperatore dei mongoli

La data di nascita del condottiero più famoso del medioevo extra europeo resta incerta. Alcuni storici la collocano genericamente tra il 1155 e il 1167, le cronache cinesi invece indicano il 16 aprile del 1162. 

Gengis Khan nasce con il nome di Temujin, tra le montagne della provincia del Hėntij in Asia Centrale, figlio del capo della tribù della Stirpe Dorata, mongoli che praticavano il cristianesimo nestoriano. A 16 anni, per accrescere il suo potere, sposa la figlia del khan più potente del mongoli, Toghril, che lo accoglie come un figlio nella sua tribù. In seguito Temujin riesce ad unificare, sottomettendoli, molti clan ed altri si sottomettono alla sua autorità volontariamente, impressionati dai suoi successi bellici.

La leggenda racconta che i capi dei Mongoli, riuniti in un bosco per acclamare Temugin loro sovrano, mentre discutevano sul nome da dargli, sentirono un'allodola cantare «Gengis-gengis». Un sacerdote disse: «Sentite? Sono gli dei a volere che si chiami Gengis, il potentissimo». Fu allora che Temugin divenne Gengis Khan, che in lingua mongola significa il più potente dei condottieri.




Tra 1205 e 1209 Gengis Khan, una volta conquistate tutte le tribù mongole, decide di allargare ancora di più i suoi possedimenti attaccando il ricco popolo degli Xi Xia che, una volta sottomesso, accresce notevolemnte le sue ricchezze. Ma la voglia di conquista non si esaurisce qui: da tempo infatti Gengis puntava ad annettersi il regno del nuovo imperatore della Cina, Wei, e nella primavera del 1211 gli dichiarò guerra.  

Inizialmente i mongoli ottengono molte vittorie in campo aperto ma non riescono a conquistare le città principali. Gengis Khan e i suoi generali allora cominciano a studiare nuove tecniche di assedio e nuove strategie di attacco e nel 1213 si spingono ancora più a sud, fino a raggiungere la Grande muraglia cinese. L'anno successivo l'esercito di Gengis Khan è a Pechino dove l'imperatore Xuan Zong è costretto a scendere a patti ottenendo ritiro delle truppe dell'invasore in cambio di un riscatto. Lo stesso imperatore però, subito dopo, cambia strategia e sposta la capitale cinese da Pechino a Kaifeng, luogo più protetto dalle invasioni. Il condottiero mongolo, offeso da questo comportamento, torna in Cina dove conquista diverse città prima di assediare e saccheggiare Pechino nel marzo del 1215.

Nel 1218 le terre controllate da Gengis Khan verso ovest arrivavano al confine con il Khwārezm, uno Stato islamico che si estendeva dal Mar Caspio al Mar Arabico. I mongoli inizialmente cercano di avviare scambi commerciali con questa regione ma, ricevendo come risposta solo inaccettabili affronti, decidono di conquistarla con le armi. Il risultato fu una delle guerre più sanguinose intraprese da Gengis Khan e dal suo esercito. Per sfregio al credo religioso del popolo conquistato, il vittorioso conquistatore osò perfino entrare a cavallo in una moschea e organizzarvi un festino.

La campagnia in Khwārezm, alla fine, porta nel 1223 all'annessione dei territori della regione ai domini mongoli. Nello stesso anno le truppe di Gengis Khan si spostano a nord dove conquistano parte dell'attuale Bulgaria e infine, dopo aver nominato come successore il figlio Ögödei, Gengis Khan attacca il popolo dei Tanguti, che si era unito ai Chin e agli Xia cinesi in un'alleanza antimongola. Nel 1227 Gengis muove contro la capitale dei Tanguti e in febbraio assume il controllo dell'antica città di Lintia-fu dove si attua uno dei primi genocidi della storia.      

Gengis Khan muore nel 1227. La causa non è nota: secondo la Storia Segreta, fu causata da una caduta da cavallo ma, più probabilmente, la fine del Gran Khan si lega agli scontri con i Tanguti.
Alla sua morte il figlio Ögödei eredita un impero solido e pacifico, che si estendeva dall'Europa Orientale al Giappone. Ma ben presto lo sconfinato dominio si disgrega in quattro parti, guidate ognuna da un Khan. La sua definitiva caduta, causata proprio dalle molte divisioni interne, è datata 1368. 

Si racconta che il corpo senza vita di Gengis Khan fu riportato in Mongolia e sepolto in una località segreta. Dopo essere stata calpestata da centinaia di cavalli per cancellare ogni traccia della sepoltura, tutta l'area intorno venne dichiarata interdetta all'accesso e sorvegliata dalle guardie giorno e notte.